Trovate sotto un’intervista a Pier Paolo Pasolini, uno dei più grandi intellettuali italiani. Morì ad Ostia, in provincia di Roma, nel Novembre 1975 probabilmente ucciso da un gruppo di neofascisti.
Sotto la trascrizione del passo.

 

 

Da cosa è stata caratterizzata tutta questa mia produzione, in maniera assolutamente schematica e semplicistica? È stata caratterizzata prima di tutto da un mio istintivo e profondo odio contro lo stato in cui vivo. Dico proprio “stato”: E intendo dire “stato di cose” e “Stato”  nel senso proprio politico della parola. Lo stato capitalistico piccolo-borghese che io ho cominciato a odiare fin dall’infanzia. Naturalmente con l’odio non si può nulla… Infatti non son riuscito a scrivere mai una sola parola che descrivesse, si occupasse o denunciasse il tipo umano piccolo-borghese italiano. Il senso di repulsione è così forte che non riesco a scriverne. Quindi ho scritto nei miei romanzi soltanto di personaggi appartenenti al popolo. Io vivo cioè senza rapporti con la piccola borghesia italiana. Ho rapporti o con il popolo o con gli intellettuali.”